A seguito della riapertura dopo le settimane di lockdown, la domanda che tutte le aziende dell’indotto della moda si stanno facendo è: cosa succederà nei prossimi mesi?
L’emergenza Covid-19 ha portato a un necessario ripensamento del sistema moda, che metta in discussione sia i tempi spesso frenetici del fashion, sia l’impatto ambientale del settore.
Il primo a dare un palpabile segnale di cambiamento è stato Alessandro Michele, annunciando che Gucci si limiterà a solo due presentazioni l’anno invece delle canoniche quattro, mentre il British Fashion Council e il Council of Fashion Designers of America hanno unito le forze chiedendo un nuovo approccio, che sia compatibile con la crisi post coronavirus.
Ma non solo: anche Dries Van Noten, Tory Burch e Thom Browne hanno chiesto un calendario diverso delle sfilate e un approccio più slow alla moda, mostrando che un cambiamento è sentito a livello mondiale.
Tutte le parti chiedono che i ritmi siano rallentati, che venga prodotto di meno e che la creatività torni ad essere il focus principale.
Per quanto riguarda le fiere di settore, Milano Unica, Premier Vision e Pitti Uomo sono confermate mentre stiamo ancora aspettando di sapere se Pitti Filati, storico appuntamento che connette filature, brands, stilisti ed aziende manifatturiere, si farà.
Al Maglificio Pini siamo ottimisti e pronti a qualsiasi cambiamento ci riservi il futuro. Nel frattempo, stiamo lavorando a nuovi progetti che ci portino ad essere sempre più competitivi, non solo a livello creativo, ma anche in quanto a impatto ambientale.
Se volete saperne di più: scriveteci!