Lo studio per l’utilizzo della lycra riciclata, partendo dalle richieste di un cliente, è occasione per riflettere sull’importanza della ricerca e la sostenibilità applicata alla filiera della moda.
Le ultime conversazioni all’interno del Maglificio Pini hanno riguardato un tema che, di recente, è di stretta attualità: le ricerche sui filati riciclati. In particolare, per un attimo allontanandoci dall’universo delle fibre naturali, si è creata la perfetta occasione per approcciare la lavorazione dei tessuti sintetici riciclati, come la lycra.
Negli ultimi anni, il Maglificio è impegnato sul tema della sostenibilità nell’utilizzo dei filati e, in modo più ampio, in una riflessione sul nostro ruolo nella filiera della moda, come abbiamo raccontato durante i giorni della Cop26 di Glasgow. Tale ruolo, nella nostra visione, deve rispettare l’ambiente e utilizzare in modo consapevole le risorse a disposizione, dall’energia alle materie prime. Per questo, da qualche tempo, abbiamo desiderato sperimentare con i filati naturali riciclati e, nelle ultime settimane, volgere uno sguardo attento anche alle mischie sintetiche. Il ruolo da protagonista è del reparto interno di Ricerca e sviluppo, in grado di intercettare le innovazioni recenti, studiarne le applicazioni, porsi le domande necessarie per intraprendere nuove strade e fornire le soluzioni congeniali per avviare ogni progetto.
Le ultime ricerche del Maglificio Pini prendono ispirazione dalle richieste di un cliente: come amiamo spesso raccontare, ogni progetto per noi è un dialogo aperto. Cominciando da idee e ispirazioni, ma anche dalle proposte dei nostri fornitori, possiamo infatti fissare nuovi obiettivi, esplorare nuovi orizzonti. Come anticipato, nel caso specifico, ci è stato chiesto di utilizzare della lycra riciclata: abbiamo così iniziato una fase di scouting tra numerose aziende, italiane e internazionali, che mettono a disposizione il materiale, proseguendo poi con uno studio delle caratteristiche e una valutazione delle sue potenzialità. Il percorso ci ha permesso di evidenziare l’importanza dell’utilizzo dei filati riciclati non standard: non basta infatti fermarsi alla lana o al cashmere, in quanto le possibilità dei sintetici rilavorati sono molteplici, offrono prospettive inedite in termini di lavorazioni e rientrano nel nostro impegno per la sostenibilità.
A tal proposito, l’impegno non è astratto: la certificazione con il marchio Reverso è per noi una missione quotidiana. Facendo parte della filiera integrata evoluta a scarto zero, siamo in grado di dare una nuova vita vera agli scarti di filato, rispettando l’ambiente e attuando un utilizzo consapevole delle materie prime. Perché l’innovazione, e il progresso, non possono prescindere dal desiderio di un futuro più sereno per tutti.